Nella mia dichiarazione volevo insistere sulla professionalità dell’uomo che dovrebbe essere individuato per il ruolo di sindaco. Non si tratta d’essere a capo di un ufficio ma di saper dare la giusta traccia all’Amministrazione comunale. Serve l’uomo giusto, la persona che oggi la gente chiede d’individuare non nel politico di professione, ma che sia il “professionista” con la capacità di proporre e attuare nuove iniziative e progetti in un periodo di scarse risorse economiche. Lunedi p.v. (22 c.m.) ci incontreremo a livello di membri della coalizione di centro sinistra autonomista, per individuare il metodo per la scelta della persona idonea alla candidatura a sindaco.
Abbiamo avuto due esperienze a Pergine: una dopo l’Amministrazione Anderle e l’altra l’anno scorso. Le scelte operate hanno dimostrato che “la bandiera” ha preceduto per importanza la scelta sulla persona. Scottati da queste esperienze ed in particolare dall’ultima, penso che tutti oggi ne abbiano tratto un valido sostegno.
Però non tutto il mal vien per nuocere. Noi del PSI (che ha 142 anni di vita), abbiamo governato a Pergine per 40 anni, costruendo qualcosa che oggi la comunità può toccare con mano. E’ importante la scelta di metodo, che però presupponga dall’esperienza vissuta, priva di preconcetti di bandiera. Se ciò avverrà potremo trovare la persona giusta. Dobbiamo superare lo scalino costituito dall’indicare i soliti nomi noti.
Va individuata una persona esperta, non di politica e nemmeno un ventenne, trentenne o quarantenne. Il sindaco dev’essere una figura di contatto costante con la PAT, con la quale confrontarsi sulle varie questioni locali di primaria necessità, per la città e per il territorio, capace di essere ascoltato in quell’ambito.
Dovrà anche disporre di una capacità “imprenditoriale”, che travalica quella di gestire il comune, che è una macchina che lavora da sola.
Qual è il suo candidato?
Noi abbiamo qualche nome , che possiamo anche valutare nell’ambito femminile, senza alcun preconcetto, anch’io vorrei farlo, ma esso deve scaturire da una condivisione delle varie forze politiche, essendo la figura che sappia coagulare l’interesse della cittadinanza.
L’attuale sindaco non è scaturito dalla condivisione generale, ma da un meccanismo aritmetico.
La popolazione si è però dimostrata stanca delle solite prassi.
Si, perché non si è riusciti a fare sintesi attorno ad un progetto. Pergine ha la possibilità di avere una persona che senta il desiderio di attuare iniziative per una città in via di crescita.
L’attuale Amministrazione, che Lei taccia d’immobilismo, si è ritrovata a gestire, in un periodo di scarse risorse economiche e difficoltà per imprese e famiglie, investimenti e problemi avviati dalla precedente lunga gestione UPT, PD, PATT, che, seppure corroborata da un solido rapporto con la PAT, non aveva saputo o voluto affrontare questioni urgenti per la cittadinanza ed evidenti anche nel loro impatto ambientale (vedi problema asili, soffitte fantasma, ecc.). Il successo riscosso dalle civiche alle ultime elezioni e l’assenteismo elettorale record, sono derivati proprio dalla stanchezza dei perginesi, verso una gestione spiccatamente clientelare del municipio, che si esprimeva anche nelle società partecipate. Cos’altro avrebbe dovuto o potuto fare in questo ristretto lasso di tempo l’attuale Amministrazione, per dimostrare efficienza ed esperienza?
Pergine non è un piccolo centro, gestibile come un piccolo club di amici, ma necessita di un pensiero che sappia attivare nuove forme di investimento. Non è possibile improvvisare. La sorpresa per il risultato elettorale ha portato alla situazione attuale. Per questa ragione dico che serve la persona giusta. Non è più possibile “mungere dalla mamma provincia”. Pergine ha acquisito l’appellativo di “città”, ma sinora è vissuta all’ombra di Trento, senza valorizzare la sua potenzialità turistica.
Rispetto alla scenario di coalizione politica per le prossime comunali, in antitesi alla Sua visione, si vocifera, insistentemente, riguardo alla convergenza del PATT rispetto alla candidatura di Roberto Oss Emer, tentando di creare una sorta di grosse koalition, tra PATT, UPT, PD e civiche. Nell’eventualità accadesse Verdi e socialisti, rimarrebbero fuori dal Consiglio Comunale, come si proporrebbe il PSI nella campagna elettorale?
Esiste questa chiacchiera già da molto tempo, ma è e resta voce di corridoio. Si sa però che “l’aria di fessura porta alla sepoltura”. Sarebbe infatti un fallimento non solo per Pergine ma per la politica provinciale se ciò avvenisse.
Non posso pensare che il PATT abbia pensato ad una situazione di comodo, senza valutarne le conseguenze. Nel caso in cui accadesse i socialisti non potrebbero vivere dell’esperienza passata, a noi sta a cuore l’obiettivo, non la bandiera.
Nell’incontro di lunedi p.v. pensa che le sue proposte troveranno buon accoglimento?
Se partiamo senza preconcetti e con lo spirito di trovare un obiettivo condiviso, privo di eccessivi distinguo nel metodo, potremo riuscirci. Non credo nelle primarie. Ho partecipato a quelle di Renzi e, nonostante la nostra vicinanza al PD a livello nazionale, nutro forti critiche rispetto a questo metodo.
Lei crede che la coalizione di centro sinistra riuscirà a risolvere le beghe interne?
Penso di sì, trovando l’uomo giusto in grado di trovare le soluzioni positive per il bene della comunità e la valorizzazione del territorio.
Cinzia Albertini